Ricostruzione storica

Breve storia della Fiera degli Uccelli – La fiera di San Michele a Montopoli
La prima notizia che si ha di una fiera a Montopoli è del 1360 quando venne inserita nello statuto comunale. Purtroppo a causa dei tumulti e guerre di quegli anni la fiera in onore di San Simone venne sospesa.
Proprio nel 1360, infatti, Montopoli si era spontaneamente sottomesso al Comune di Firenze, diventando così per molti anni il presidio di confine occidentale della potenza fiorentina contro i castelli controllati dai Pisani.
Nel 1406 i Fiorentini riuscirono a conquistare Pisa e sottomettere tutto il suo Contado.
Così, nel 1442, finalmente, dopo insistenze del popolo di Montopoli e vista l’importanza raggiunta dal Castello nella politica e nell’economia del territorio, la Signoria di Firenze gli concesse il diritto di avere un proprio mercato e soprattutto una propria FIERA per il giorno di San Michele (29 settembre).
Il privilegio della Fiera, in latino nundinas, infatti, era concesso o confermato a un paese o città tramite apposito diploma del Signore regnante, nel diploma con cui veniva concessa la fiera era descritta la motivazione, il luogo e la data dove si teneva ogni anno e le relative esenzioni (gabelle, dazi, ecc.).
Le fiere, distinte dai mercati (che avevano una connotazione più locale) furono importantissime per lo scambio delle merci nei secoli XV-XVI-XVII-XVIII e costituirono il cuore pulsante dell’economia di mercato che stava avviandosi a sostituire quella più antica basata sul commercio al dettaglio con il passaggio diretto dal produttore al cliente nei piccoli mercati di provincia.
La Fiera era di fatto un gigantesco mercato che di solito si svolgeva in una grande città o in un borgo conosciuto per essere un centro di smistamento commerciale ed economico e non aveva nulla a che vedere con il mercato locale che si poteva trovare ovunque.
Avere una Fiera per una comunità era un vero e proprio privilegio perché venivano concesse esenzioni da dazi e gabelle rendendo così più convenienti i prezzi delle merci vendute. Questo privilegio creava l’afflusso di compratori, anche dai paesi vicini, attratti dalla possibilità di risparmiare (potremo paragonarle alle nostre attuali Fiere Campionarie).
Di seguito il contenuto del provvedimento originale del 1442 conservato nell’Archivio comunale di Montopoli:
“Et prima, considerando che gli huomini et persone della terra di Montetopoli in essa residenzia facendo da più anni (….), et considerando che ciascuno artesiano, sia che venda o compri et fuori della strada pubblicha sia parte, et che ciascuno guadagno possa havere per lo quale alla gravanze pubbliche et massimamente a quella del Comune di Firenze possino rispondere (…) secondo la forma degli ordini di detto Comune et terra di Montetopoli, provvidorno, ordinorno , et deliberorno che nella detta terra di Montetopoli si ordini, et facci, et ordinato per insino a loro, si intenda et sia, et farasi debba, et possa da quivi innanzi, et in perpetuo, et in ogni tempo il mercato et ancora la fiera di tempi infrascritti, ciò a (il mercato) ciascuno lunedì di ciascuna settimana et in ciascun mese et anno (…)
Et la Fiera in ciascun anno solamente una volta ciò a il dì della festa di Santo Michele del mese di settembre di ciascun anno ciò a di ventinove di detto mese (…)
et che ciascuno di onde vi sia di qualunque luogo nato, et habitante della detta città, contado e distretto di Firenze et di Pisa o’ meno di qualunque luogo non sottoposto al Comune di Firenze possi, et a lui sia lecito, alla detta terra, et al mercato predetto quindi partire, et essa terra portare et portar fare qualcun que grano et qualunque biada et grascia di qualunque generazione, o’ vero maniera, et ancora ciaschuna bestia di qualunque generazione et maniera siano menare, et conducere et menare fare, et condurre, et finalmente ciascuna altra cosa, et marcatantia a vendere, et ancora per comprare, et a comperare , et permutare si come a lui liberamente piacerà (…)
Ancora che ciascuno della Città di Pisa , o’ vero per l’adietro di suo Contado , o’ vero distretto o’ vero qualunque altro luogo della città, o del Contado, o vero distretto di Firenze o’ vero d’altro, menando, et portando, o’ vero conducendo, o’ vero portare, et conducere facendo al mercato, et fiera (…) , niente sia tenuto pagare a’ gabellieri.
In Dei nomine, Amen. Anno incarnationis eius 1442”
Il Podestà Piero Paolo Lotti

Ricostruzione a cura di Serena Nazzi